“Finché ebbe luce negli occhi, mio padre fece fotografie. Un intero scaffale si riempì di immagini nostre riprese nelle circostanze speciali come nelle comuni. Durò dieci anni, non di più, la raccolta: gli anni del primo benessere e della caduta della sua vista. Resta così documentata fino al dettaglio una sola età, forse l'unica che sono riuscita a dimenticare. Gli album, gli archivi non mi sorreggono la memoria, invece la sostituiscono.”
Non ora, non qui. Ho scelto questo libro dal
titolo, lo ammetto, poche parole che richiamano al lontano hic et nunc e ne
costituiscono la negazione. Non ora, non qui.
Sulla copertina una frase : “ Mi torna in mente il passato con parvenza di intero”.
Sulla copertina una frase : “ Mi torna in mente il passato con parvenza di intero”.
Non c’è voluto molto a
convincermi. Lo compro. A casa, dopo un mesetto decido finalmente che è
arrivata l’ora di leggerlo. Già dalle prime pagine riesco a catapultarmi nell’infanzia dell’autore. Un
libro che dà sfogo alla memoria di un adulto-bambino, intrappolato in un
rapporto ancora poco chiaro con la madre, vera intestataria del discorso, a cui
finalmente si apre, dedicandole queste pagine.
Il racconto di un’infanzia passata in un’umile casa nel vicolo a Napoli,
a contatto con la povertà e poi, il riscatto da una vita di durezze e sacrifici
attraverso il trasloco, accolto non felicemente dall’autore, che segna così il passaggio dalla fanciulezza all’adolescenza, portandolo a scontrarsi con le
amarezze di questa età e a dover sopportare un cambiamento interiore di cui non
si capacita. Libro introspettivo e
catartico, in cui si traccia un percorso di risalita tra i ricordi cercando
così di restituire forma al passato.
Federica C.
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