mercoledì 3 giugno 2015

Il segreto degli angeli - Camilla Läckberg




Titolo originale : Änglamakerskan
Pagine : 482



Scrivere di segreti deve essere piuttosto facile. Basta metterne uno nel titolo e ricordare che esiste, e che non può essere rivelato, più o meno a ogni capitolo. Il segreto dei segreti è che le cose che non si possono dire attirano gli esseri umani come lo zucchero le formiche. Nemmeno a dirlo, leggere di segreti, sapendo che non si potrà scoprire l'intera verità se non alla fine del libro, è la cosa più stimolante che esista. Stare incollati alle pagine come se non contasse nient'altro che una verità fittizia che non avrebbe ragione di esistere se non nei confini di una finzione accuratamente elaborata, è solo uno degli effetti collaterali. È la regola, con le dovute eccezioni.
Il segreto degli angeli è il mio primo Läckberg e con ogni probabilità anche l'ultimo. Gli ingredienti per un buon giallo ci sono, ma stemperati da quella che sembra un'eccessiva ricercatezza di fondo. Insomma, un buon piatto con troppo condimento, troppi i personaggi, e quindi le vite da raccontare e scandagliare nel dettaglio, troppi i cambi di punto di vista, fin troppo ambiziosi i presupposti per un finale che ha più di una piega, come la trama grinzosa, la scrittura che sa di artificio e i dialoghi sempliciotti. Tutti i pezzi scombinati del puzzle tornano al loro posto alla fine, ma il risultato non è bello quanto previsto. L'effetto sorpresa è annullato dalla piega precipitosa che prendono gli eventi sul più bello, proprio quando ci si aspetta il tocco da maestro. Ma di magistrale questo giallo non ha nulla, se non gli elementi classici del genere sparpagliati alla rinfusa qua e lì per ingannare il lettore. Si gira l'ultima pagina che già non si vede l'ora di lasciar andare tutti questi personaggi destinati ad avere non più di una scialba identità dentro uno scialbo romanzo.

“Avevano pensato di superare il dolore grazie ai lavori di ristrutturazione. Nessuno dei due era sicuro che fosse un buon piano, ma era l'unico che avessero. L'alternativa era sdraiarsi e lasciarsi deperire lentamente. ”