giovedì 21 maggio 2015

Note sui libri


Ci sono sogni che nascono dai libri, silenziosamente prendono vita negli spazi tra le parole e delle parole si alimentano, si nutrono. 
Ci sono vite parallele che procedono segretamente nei libri, fatte di sensazioni più complesse e profonde di quelle concesse dalla realtà. 
Le storie che si leggono nei libri contengono significati che la realtà contiene ma non spiega o non vuole spiegare. 
Dai libri si imparano tante, tantissime cose, certe volte più di quelle che la nostra sensibilità e la nostra fantasia sono in grado di abbracciare. Storie che fanno bene e storie che fanno male.  Non so quando leggere è diventato così fondamentale per me. Non ricordo qual è stato il primo libro che ho letto. Ho avuto un imprinting decisivo con i libri di Michael Hoeye, libri d'avventura con un topo per protagonista, Hermux Tantamoq ( niente a che fare con Geronimo Stilton ). Ma più di tutti deve essere stato Harry Potter a iniziarmi. Sono stata fortunata a leggerlo mentre crescevo. Da bambina l'ho amato come da ragazza, come lo amo ora, che sono un po' più adulta. 
Clive Cussler mi ha cambiata a 12 anni, Zafon mi ha conquistata quando ne avevo 16, Murakami quando ne ho avuti 18. Amori che durano ancora adesso, forse soltanto un po’ alleggeriti dal tempo. Qui e lì qualche amorazzo che non è durato, come quello per i bestseller di Dan Brown e altri autori con cui non ho avuto che una singola e breve conoscenza. 

Ora per esempio sto rileggendo L'ombra del vento, ed è un'esperienza completamente diversa rispetto a quando lo lessi per la prima volta, più o meno otto anni fa. In mezzo sono passati tanti libri, tra cui classici e capolavori. Sono più propensa a criticare che ad apprezzare di quanto lo ero allora. E questo significa anche che è diventato molto più difficile trovare qualcosa che mi appassioni senza stancarmi. Ho interrotto la lettura de I miserabili, non perché non fosse abbastanza appassionante, anzi tutto il contrario, è bellissimo, ma perché dopo seicento pagine (solo del primo volume) di un certo tipo di letteratura si sente la necessità di fermarsi un attimo e recuperare le energie (un po’ iperbolico forse, ma è quello che in fondo sto facendo.)


I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale.
(Amos Oz)


4 commenti:

  1. I Miserabili é quel genere di avventura che ancora devo intraprendere :)
    Capisco perfettamente questa necessità: recentemente ho concluso I fratelli Karamavoz ed anch'io ho sentito il bisogno di leggere qualcosa di meno faticoso.
    Amo moltissimo anch'io Zafon e Murakami e con quest'ultimo, che ho conosciuto l'anno scorso, in particolare, é stato amore a prima lettura :)
    Rileggo spesso L'ombra del vento, ma anche Il gioco dell'angelo e Marina che sono stati per me indimenticabili :)
    Di Murakami, invece, hai un romanzo preferito? :)

    RispondiElimina
  2. Ciao Gresi! Di Zafon i tre che hai citato sono i miei preferiti. Di Murakami invece il mio preferito è “Kafka sulla spiaggia”. L'ho riletto più volte e ogni volta è sempre la stessa emozione. Anche “Norwegian Wood” e “La fine del mondo e il paese delle meraviglie” meritano di essere letti :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io amo moltissimo Kafka sulla spiaggia, ed anche Norweigian wood e Il paese delle meraviglie mi sono piaciuti davvero molto! Ho amato, inoltre, 1Q84 che comprai con una certa diffidenza ma col quale fu, anche con questo, amore a prima lettura :D ^_^

      Elimina
  3. Io credo che mi abbia introdotta al piacere della lettura Dino Buzzati.
    Più avanti Alessandro Baricco.
    Diversi obblighi scolastici avrebbero potuto farmi cambiare idea, ma alla fine la passione ha vinto; da quando ho scoperto Antonio Tabucchi, ogni tanto devo leggere qualcosa di suo... Per fortuna che la sua produzione è molto vasta.

    RispondiElimina